giovedì 27 giugno 2019

Cristina Penco


L'autrice Cristina Penco, genovese classe 1980 è laureata in Scienze della Comunicazione all’Università di Bologna. Dal 2006 vive a Milano. Giornalista professionista collabora come freelance con testate nazionali come «Lei Style» e «Vero», spaziando dal mondo delle celebrities all’intrattenimento, fino a costume e società. Ha lavorato nella redazione televisiva di Detto Fatto di Raidue. Si è occupata anche di imprenditoria, management e leadership. Negli ultimi anni si è appassionata sempre di più alla storia e alle vicende delle famiglie reali europee, in particolare a quella inglese.


Era un'attrice affermata, ha mollato la recitazione per vivere il sogno: sposare il principe Harry. Ma a corte non è tutto semplice: l'etichetta, la tradizione millenaria, l'attenzione – a volte eccessiva – delle cronache rosa possono essere soffocanti. Meghan, però, non si lascia schiacciare, il suo obiettivo è quello di cambiare, col suo comportamento spontaneo, certe regole vetuste. Il libro “Meghan Markle, la duchessa ribelle”, racconta le vicissitudini della nuova duchessa di Sussex

Anche le donne adulte sognano il principe e vivono nella fantasia delle fiabe come da bambine”. Sono le parole di Meghan Markle, scritte sul suo blog in occasione del matrimonio di William e Kate, quando la giovane attrice non immaginava nemmeno che sarebbe diventata la moglie di Harry. Invece a volte le strade delle vita si incrociano in maniera inaspettata, trasformando in realtà quello che nemmeno si osava sperare.
Ma se il matrimonio con Harry ha cambiato la vita a Meghan, anche lei ha mutato diverse dinamiche in casa Windsor. A raccontare la 'rivoluzione' portata dall'attrice americana nell'ingessata monarchia britannica è Cristina Penco.

edito da Diarkos.




lunedì 17 giugno 2019

Aldo A.Mola



Ha dedicato mezzo secolo allo studio di Giolitti.
Contitolare della Cattedra Théodore Verhaegen di Bruxelles, è il più autorevole storico della massoneria in Italia e ha scritto numerose
biografie, oltre a opere sulla monarchia in Italia, l’unificazione nazionale, la crisi del 1922 e sul Referendum monarchia-repubblica del
2-3 giugno 1946. Dal 1982 collabora con l’Ufficio storico dello Stato Maggiore dell’Esercito e con l’Istituto italiano per gli Studi Filosofici (Napoli). Oltre a dirigere l’Associazione di studi storici
Giovanni Giolitti (www.giovannigiolitticavour.it),
 presiede il Comitato scientifico del mensile «Storia in Rete». Dal 1980 è Medaglia d’Oro per la Scuola, la Cultura e la Scienza. Gli sono stati conferiti
il Premio presidenza del Consiglio dei ministri (2003) e la Targa
d’Argento del Presidente della Repubblica (2005). Nel 2017 ha concorso
alla traslazione delle Salme di Vittorio Emanuele III e della Regina
Elena nel Santuario-Basilica di Vicoforte, in provincia di Cuneo


Ha cercato di evitare l'intervento dell'Italia nella Prima guerra
mondiale e ha capito il pericolo del fascismo sin dall'inizio della sua
affermazione, nel 1922.


Il saggio ricostruisce in modo dettagliato la figura di Giolitti partendo proprio dall'ultimo atto, la sua uscita di scena corrispondente all'ingresso nel panorama politico-istituzionale di Benito Mussolini. 

Da lì, viene poi ripercorsa la straordinaria carriera politica di Giolitti, che fu cinque volte presidente del Consiglio dei ministri tra il 1892 e il 1921. Deputato dal 1882 alla morte, ministro

del Tesoro e delle Finanze (1889-1891) nel governo presieduto da Francesco Crispi, e dell’Interno in quello guidato da Giuseppe
Zanardelli (1901-1903) fu il motore della svolta liberale di inizio Novecento e delle grandi riforme politiche, economiche e sociali che affermarono l’Italia tra le grandi potenze. Tra le sue principali
riforme, si ricorda il varo del diritto di voto universale maschile (1912-1913). Nel 1914 tentò di scongiurare il coinvolgimento dell’Italia nella Grande guerra: aveva capito che l'intervento bellico non avrebbe giovato alla nazione. Avrebbe richiesto un tributo enorme di vite e risorse e sarebbe stato devastante per gli equilibri interni e internazionali.
Monarchico, liberale e democratico, non vide di buon occhio l'avvento
del fascismo e nel 1924 votò contro il governo Mussolini. “Chiunque
avesse voluto un vero progresso – si legge nel libro di Mola – avrebbe
dunque dovuto puntare non sul Mussolini al volante di un bolide fermo,
in cerca d’un futuro ignoto a lui medesimo, ma sullo Statista solido e
pacato, consapevole di sé e dei problemi in campo”. Cioè su Giolitti,
che legò il nome alla stagione più fiorente del Novecento: l’ultima di
vera e piena indipendenza dell’Italia.

Rimane insuperato statista della Nuova Italia.


Rusconi Editore

martedì 11 giugno 2019

Gian Luigi Gigli



Apollonio Rodio Argonautiche



Di Apollonio (III sec. a.C.) vi sono poche notizie sicure: la nascita
nell’Egitto tolemaico (ad Alessandria o a Naucrati), l’incarico di
bibliotecario presso la celebre Biblioteca di Alessandria, il soggiorno a Rodi e il rapporto diretto con Callimaco, il più importante poeta ellenistico.
Le Argonautiche sono l’unica sua opera rimastaci per intero, mentre di altri suoi testi rimangono solo dei frammenti. Scrisse
anche una serie di poemi di fondazione, relativi a Rodi, Alessandria,
Cauno, Cnido, Naucrati e Lesbo, nonché un poemetto su leggende egizie intitolato Canopo.

Sonja Caterina Calzascia è dottore di ricerca in Filologia greca e
latina nell’Università di Bologna. Ha pubblicato la monografia Il carme 64 di Catullo e le Argonautiche di Apollonio Rodio (Bologna, 2015) e diversi contributi sulla poesia antica e umanistica. Il suo campo d’interesse principale è rappresentato dalla poesia epica.

Le Argonautiche di Apollonio Rodio,
 Uno dei capolavori della letteratura ellenistica e frutto di una ricerca poetica volta ad un originale rinnovamento dell’epica omerica, con la raffinata tecnica letteraria alessandrina e non senza un certo humour, presentano uno dei miti più famosi dell’antichità, quello degli eroi che sulla nave Argo si recano in Colchide per impadronirsi del vello d’oro. Il capo della spedizione, costretto ad intraprendere il viaggio suo malgrado, è Giasone, che Apollonio rappresenta con tratti più umani che eroici in senso tradizionale. Il vello viene conquistato grazie alle arti magiche di una ragazza colchica, Medea, che si innamora dell’eroe greco, dunque non ancora la più nota madre vendicativa che uccide i figli. Tutti i personaggi che popolano l’opera – umani, divini e mostruosi – si muovono in suggestivi paesaggi, sia reali sia fantastici, particolarmente vicini alla sensibilità moderna.


Rusconi Libri

lunedì 3 giugno 2019

Veduta Leopardi






VEDUTA LEOPARDI



Da un'idea del Poeta Costanzo Ioni

Da Giovedì 6 Giugno 2019 ore 

18,00 e i tre Giovedì successivi