lunedì 26 febbraio 2018

Roberto Bertoni





Romano, classe 1990, giornalista free lance, scrittore e poeta, collabora da anni con diverse testate cartacee e on-line. Per Imprimatur ha pubblicato, insieme ad Andrea Costi, i libri-intervista Lavoro e libertà con Stefano Fassina e Il caffè amaro con Corradino Mineo, entrambi usciti nel 2014, e i dialoghi Scelte necessarie (monsignor Michele Pennisi ed Ermete Realacci) e La scienza del popolo libero (Lorenza Carlassare e Silvia Chimienti), entrambi usciti nel 2016.





Il senso di questa raccolta di percorsi è evidente: dimostrare quanto a incidere sulle dinamiche generazionali siano le grandi trasformazioni sociali, senza studiare e comprendere le quali parlare di giovani in senso lato è esercizio inutile e in definitiva controproducente.
dalla prefazione di Enrico Letta

Aveva ragione Beniamino Andreatta: «Bisogna credere nei giovani, dare loro fiducia perché dai giovani c’è sempre qualcosa da imparare. I giovani ti cambiano, ti rendono migliore».
dalla postfazione di Maurizio Viroli




Un secolo può essere raccontato in molti modi, soprattutto se si tratta di un secolo controverso e per nulla “breve” come il Novecento.
Bertoni ha scelto un punto di vista inedito e affascinante: quello dei giovani, talvolta protagonisti, talvolta vittime dei diluvi e delle rinascite che hanno scandito gli ultimi cento anni.
Dai ragazzi del ’99 di ieri, chiamati a rischiare, e spesso a perdere, la vita nel contesto tragico della Prima guerra mondiale, ai ragazzi del ’99 di oggi, messi in ginocchio da una crisi che è sociale prim’ancora che economica, ma comunque liberi di votare, di esprimersi e di battersi per costruire un avvenire migliore in tutto l’Occidente e non solo. Senza dimenticare il nichilismo straziante dei martiri jihadisti, i ragazzi descritti da Sergio Leone in C’era una volta in America, costretti a sbarcare il lunario negli Stati Uniti dei ruggenti anni Venti, del proibizionismo e della grande depressione, i giovani fascisti e nazisti, i combattenti nella Guerra civile spagnola, i partigiani e i repubblichini di Salò, i giovani padri della Repubblica e i ragazzi del boom, la generazione contestatrice a cavallo fra gli anni Cinquanta e Sessanta e i sommersi e i salvati del decennio successivo, fino ad arrivare agli yuppies degli anni Ottanta e alle nuove generazioni, i cosiddetti “Millennials”, nati sotto il segno dell’Europa e della speranza di un mondo senza confini e costretti, crescendo, a fare i conti con il progressivo riaffiorare di muri, barriere e discorsi xenofobi e pericolosi che ci eravamo illusi di aver consegnato ormai ai libri di storia.
Cento anni e innumerevoli destini, mentre ci addentriamo in un nuovo secolo ancora tutto da decifrare e da scoprire.


Imprimatur Editore

venerdì 2 febbraio 2018

Hafez Haidar


Nato in Libano, candidato al Premio Nobel per la Pace 2017, insegnante presso l’Università di Pavia, ha pubblicato numerosi libri e bestseller tra gli altri per Mondadori, Rizzoli, Piemme e Fabbri Editore, che gli sono valsi numerosissimi premi e riconoscimenti. La sua traduzione di Le mille e una notte ha suscitato l’interesse del mondo letterario. Da anni diffonde l’arte della narrativa e della saggistica nelle scuole e nelle università italiane ed estere. È presidente onorario del Premio internazionale di giornalismo “Maria Grazia Cutuli”. Per Imprimatur ha curato Donne che urlano senza essere ascoltate, una raccolta di scritti di Khalil Gibran (2016), con il quale ha vinto il Premio Juan Montalvo per la narrativa 2017.


«Il terrorismo è il morbo dell’umanità, è l’arma letale di coloro che seminano l’odio, la violenza, l’atrocità, l’orrore nei cuori dei deboli, degli inermi… Abbracciamo i libri e le matite al posto delle armi, gettiamo le armi e la paura nel pozzo del nulla».

"La cultura è il pane della vita, l'amore il cuore dell'universo la pace il sentiero dei giusti assetati di luce, libertà e amore".

Con queste parole Hafez Haidar ha ritirato  alla Camera dei Deputati il Premio internazionale Comunicare l'Europa 2018, vinto col suo libro "Lezioni di pace.
 Il Corano, l'Islam e il terrorismo spiegato ai miei allievi" 

"Sono onorato di entrare nel Parlamento, che rappresenta la storia, la cultura, la democrazia e la libertà del popolo italiano - prosegue Haidar - Da questo Parlamento speriamo di raggiungere la pace universale e raccogliere i frutti del bene e dell'amore".

Il libro è la raccolta di una serie di lezioni agli studenti in cui vengono raccontate la vita di Maometto, la nascita del Corano e la diffusione della religione islamica. Immancabile toccare anche il tema del terrorismo, sottolineando quanto sia in contrasto con l'Islam, che è una religione di pace.



Imprimatur Editore