martedì 31 ottobre 2017

Hafez Haidar

Nato in Libano, candidato al Premio Nobel per la Pace, insegnante presso
l’Università di Pavia, ha pubblicato numerosi libri e bestseller tra gli altri per Mondadori, Rizzoli, Piemme e Fabbri Editore, che gli sono valsi numerosissimi premi e riconoscimenti. La sua
traduzione di Le mille e una notte ha suscitato l’interesse del mondo letterario. Da anni diffonde
l’arte della narrativa e della saggistica nelle scuole e nelle università italiane ed estere. Per
Imprimatur ha curato Donne che urlano senza essere ascoltate, una raccolta di scritti di Khalil
Gibran (2016), con il quale ha vinto il Premio Juan Montalvo per la narrativa 2017. È presidente
onorario del Premio internazionale di giornalismo Maria Grazia Cutuli.



Il terrorismo è il morbo dell’umanità,
è l’arma letale di coloro che seminano
l’odio, la violenza, l’atrocità, l’orrore
nei cuori dei deboli, degli inermi…
Abbracciamo i libri e le matite al posto delle armi,
gettiamo le armi e la paura nel pozzo del nulla

Dal candidato al Premio Nobel per la Pace 2017.
È un costruttore di ponti, Hafez Haidar. 
Per lui la cultura è «mezzo
salvifico che racchiude la bellezza, la 
saggezza, l’amore sconfinato».
E' tra i maggiori studiosi a livello mondiale delle religioni monoteistiche.

Questo libro nasce dal dialogo con i suoi 
studenti, ai quali, attraverso il racconto del
Corano e della vita di Maometto, vuole insegnare che il
fondamentalismo islamico non è che una spaventosa deriva 
dell’Islam. 
E nasce dal fanatismo, dall’ ira, dall’ ignoranza e dagli interessi
economici.
Un messaggio concreto per «abbattere i muri della diffidenza,
dell’odio e della violenza».


Imprimatur Editore


lunedì 30 ottobre 2017

Maria Vittoria Catapano

Nasce e vive a Roma, si dedica da moltissimi anni alla poesia. Nel 1999 è stata insignita dell’onorificenza di Cavaliere della Repubblica. Ha ottenuto lusinghieri riconoscimenti nell’ambito culturale in quanto vincitrice di primi premi di numerosi concorsi letterari e collabora con alcuni giornali di cultura. Fa parte di salotti letterari, partecipa a simposi, giurie di premi di poesia ed è intervenuta in trasmissioni radiofoniche e televisive. Ha promosso letture di poesie nei licei e scambi culturali con poeti nazionali ed internazionali. Svolge la sua attività artistica tra Roma e Nettuno. Molte sue poesie sono raccolte in antologie di carattere nazionale e sono state tradotte in spagnolo.
Il libro “L’Albero della Vita” è l’opera prima che raccoglie una sintesi qualitativa del suo percorso poetico pubblicata dalla Casa Editrice “Terre Sommerse” nel 2009.

Da circa 3 anni si dedica allo studio dell’arpa

Una “poesia”, come penna intinta a fondo nel cuore, con la quale discende ai suoi “inferi” dentro ricordi , alla ricerca di se stessa, con una tormentata forza di chiarezza e volontà per non soccombere alla realtà 
che accetta con coscienza
La sua poesia è caratterizzata da intimismo e desiderio d'innocenza e da vene di romanticismo.


La poesia di Maria Vittoria Catapano è intrecciata di trasparenze, leggerezze (ricorre la metafora della piuma), dissolvenze ed estrema offerta di sé: è intessuta di quel biancore di cui solo le anime pure sono capaci. E’ una lirica anche intrisa di dolore, di tormento - talvolta di baudelairiana stanchezza di vivere - che ruota tutta intorno alle metafore dell’albero e delle radici, sofferte radici, invisibili, sotterranee, indispensabili, e dell’acqua. Si tratta in realtà d’un unico tema unificatore. Come l’albero, Maria Vittoria è in perenne ascesa verso il cielo, con la consapevolezza che la continua evoluzione è caratterizzata dal ciclo eterno di morte e rigenerazione: costante è, infatti, il tema della rinascita (sempre rinascerò, morta rinascerò, rinascerò a nuova vita, rigenerata da nuova linfa). L’albero mette in comunicazione i tre livelli del cosmo: il sotterraneo, attraverso le radici che scrutano le profondità in cui affondano - luogo dove la Poetessa ritrova la dea-madre e l’amica poetessa perdute -; la superficie della terra, attraverso il tronco e i primi rami; le altezze attraverso i rami superiori e la cima attirati dalla luce del cielo. L’albero unisce tutti gli elementi, l’acqua, la terra, l’aria, il fuoco. Maria Vittoria con la sua poesia è come l’albero, centrale alla vita, asse del mondo, cuore della luce, legame d’ogni cosa, punto fermo che non vacilla. La sua poesia di mare (ricorrente immagine con le similari di fiume, fonte, sorgente, onda ecc), è fatta d’azzurro liquido amniotico salvifico: seduta sulla luna, la poetessa, rabdomante di luce, si nutre d’acqua, è portatrice d’acqua, di vita, e, rigenerata - mutata donna - indica a noi tutti naufraghi la via di una poesia che è musica nelle assonanze e nelle rime, di una poesia che accomuna cose e persone in uno slancio di empatia ed eterno amore nell’immenso, nell’altrove e nell’oltre (si leggano le intensissime liriche dedicate alla poetessa Maria Grazia Turchetti). All’unisono del mondo


Fausta Genziana Le Piane


sabato 14 ottobre 2017

Roberta Cellore





Roberta Cellore, vive a Verona dove svolge la professione di analista bancario. 
Ha partecipato come autrice ad altre iniziative editoriali collettive legate al mondo dell'adozione.
Gestisce il blog ilpostadozione.org.





...La scelta dell’adozione, l’attesa, l’abbinamento, l’incontro, la famiglia appena nata, l’adolescenza, la ricerca delle origini e la gente intorno a noi… sono tutti parte della stessa trama, quella dell’adozione che nasce dal desiderio di avere un bambino...


L’adozione è un’esperienza incredibile e misteriosa, difficile e travolgente, capace di cambiare completamente il corso di una vita. La condivisione è parte integrante di questo percorso: raccontare, raccontarsi, ascoltare le parole di altre mamme, papà, figli e figlie, piangere e ridere insieme, sapere di non essere soli.
Con questo spirito di condivisione l’associazione Italiaadozioni, nata nel 2012 per promuovere la corretta cultura dell’adozione, sabato 21 ottobre alle ore 10 all’interno del Complesso Monumentale dell’Annunziata, nella sala Biblioteca, presenterà il Libro “Cara Adozione”.
E' una raccolta di lettere sul tema dell’adozione scelte tra tutte quelle che negli anni hanno partecipato al Festival delle Lettere. Gli autori sono mamme e papà, sorelle, figli, operatori, tutti accomunati dall’aver vissuto da vicino l’esperienza dell’adozione. Il libro ripercorre tutte le tappe dell’iter adottivo dalla decisione di adottare fino alla ricerca delle origini. Le lettere sono completate da riflessioni e spunti tecnici a cura di psicologi, mediatori e avvocati di Italiaadozioni. Tanti gli spunti e le riflessioni ma anche le informazioni e i consigli che si possono trovare inoltre sul portale dell’associazione www.italiaadozioni.it, un vero e proprio punto di riferimento per tutte le famiglie adottive e per coloro che incontrano l’adozione per esempio nel loro lavoro come pediatri di famiglia, psicologi ed operatori.
Il Complesso Monumentale dell’Annunziata che ospiterà la presentazione è senz’altro una location significativa e suggestiva: l’istituzione infatti in passato era dedicata alla cura dell’infanzia abbandonata. In questo luogo infatti era presente la Ruota degli Esposti dove fino al 1875 circa vennero accolti diversi neonati non riconosciuti dalle famiglie.
All’evento interverranno Silvana Lucariello, Responsabile del Polo Adozione Napoli, Antonella Lia, psicologa e Roberta Cellore, curatrice del libro Cara Adozione. Concluderà la presentazione la Tammuriata eseguita dal prof. Romeo Barbaro.
Al termine della presentazione sarà possibile visitare gratuitamente il complesso della Real Casa dell’Annunziata. Accompagnati dalle guide dell’associazione Manallart, si potranno visitare: Basilica e tutti i suoi spazi, salone delle Colonne e della Biblioteca Medica, succorpo Vanvitelliano, ruota degli Esposti, ambienti delle monache, Madonna delle scarpette, portale marmoreo e atrio d’ingresso.
Un’occasione per conoscere più da vicino il mondo dell’adozione e uno dei luoghi simbolo della città di Napoli, per ascoltare la voce dei protagonisti che attraverso le lettere ripercorrono i dubbi, le paure, le gioie e la quotidianità dell’essere una famiglia di cuore. 

sabato 7 ottobre 2017

Alessandro Garella




Classe 1983, è originario di Vercelli e residente nel biellese. Appassionato di letteratura e scrittura, scrive e partecipa a concorsi letterari. Nel 2004 ha pubblicato il racconto "Ferdinando" con la casa editrice Montedit, nel 2009 l'antologia di poesie "Tra luce e tenebra" con la casa editrice Atena e nel 2017 la raccolta "Racconti", edita da Phasar Edizioni.








"...Ci sedemmo nella grande sala da pranzo scaldata dal camino. 
Era una sala rusticamente ammobiliata ma non priva di una certa atmosfera di tranquillità e accoglienza, adeguata alle persone pensierose e un po' solitarie, infreddolite per la giornata trascorsa all'aperto, nell'aria gelida dei boschi di fine autunno..."


La raccolta di racconti da me proposta credo possa risultare piacevole per chi volesse una compagnia per queste giornate autunnali, magari da abbinare a un buon brandy davanti ad un camino acceso.

L'ambientazione e l'epoca di tali storie varia da racconto a racconto.

Ciò che rimane costante credo sia il mio tentativo di "guardare nell'abisso" della psiche umana, dove si nascondono l'irrazionale, i traumi, i demoni con i quali gli individui delle mie narrazioni convivono.

Ho altresì puntato l'attenzione sull'irruzione dell'irrazionale nel razionale,del sogno nel reale e, per usare un termine caro a Freud, del perturbante nel quotidiano.

Un occhio di riguardo l'ho riservato anche alla visione della vita  come palcoscenico, in cui, talvolta, si è obbligati a trasformare un pianto in sorriso o un sorriso in pianto, per poter far si che lo spettacolo possa continuare.



In tutte le librerie su ordinazione e sul sito internet della Phasar Edizioni:www.phasar.net

mercoledì 4 ottobre 2017

Emanuele Florindi


Avvocato, si occupa prevalentemente di diritto dell’informatica, bioetica e tutela dei minori. Vice presidente AISF (Accademia Internazionale di Scienze Forensi) e membro del CSIG di Perugia (Centro Studi Informatica Giuridica), tiene frequentemente, in qualità di relatore o docente, corsi e seminari in tema di criminalità informatica, computer forensics e tutela dei minori in rete. È stato membro del Comitato di Garanzia “Internet e Minori” ed ufficiale di complemento in guardia di finanza. Sin dal 2000 collabora attivamente, in qualità di consulente, con numerose procure della Repubblica, coadiuvando gli inquirenti nel corso di indagini inerenti reati di criminalità informatica. Autore di varie pubblicazioni in materia, è professore a contratto del corso di Diritto dell’informatica presso il corso di laurea in Informatica e di Informatica forense presso il corso di Laurea in Scienze per l’investigazione e la sicurezza. Per Imprimatur ha scritto Deep Web e Bitcoin e, insieme a Roberta Bruzzone, Il lato oscuro dei social media.





Il bullismo è un fenomeno trasversale in preoccupante crescita, che riguarda tutti quanti noi in veste di genitori e di educatori.
In questo libro, dopo una breve premessa finalizzata a inquadrare il contesto e a fornire alcune statistiche, si cercherà di analizzare le condotte tipiche di bullismo e cyberbullismo attraverso la descrizione di alcuni casi di cronaca, italiani e stranieri. Particolare attenzione verrà posta sui differenti attori coinvolti nell'azione (vittime, spettatori e aggressori) e sugli effetti, a breve e lungo termine, che il bullismo ha su di loro.
Si cercheranno poi di analizzare alcune possibili soluzioni che possano essere di aiuto a coloro che si trovano a contatto con i ragazzi, per sostenere le vittime nel migliore dei modi e tentare di recuperare gli autori degli atti di violenza. A tal proposito si è ritenuto utile fornire una breve descrizione del funzionamento della giustizia minorile, affrontando anche il tema delle responsabilità (civili e penali) di scuola, genitori ed educatori.
In appendice verrà data una lista di film sull'argomento, in modo da fornire a educatori e insegnanti alcuni possibili spunti di riflessione.

Imprimatur Editore

lunedì 2 ottobre 2017

Lucia Magionami e Vanna Ugolini

Lucia Magionami, psicologa e psicoterapeuta, dal 2003 lavora sulla tematica della violenza di genere. Oltre alla libera professione che svolge presso i suoi studi a Firenze e Perugia, si occupa di formazione e sensibilizzazione sulla tematica della violenza di genere sia come libera professionista sia come consulente presso enti pubblici, inoltre è stata relatrice a più convegni riguardanti la violenza intra familiare. Attualmente fa parte dell’associazione “Libertas Margot” con sede a Perugia, la quale ha costituito, a livello regionale, il primo sportello di ascolto per gli uomini che agiscono violenza. Dal 2015, sempre a Perugia, ha formato il primo gruppo di “Libroterapia: parole lette, emozioni raccontate”, che organizza cicli di incontri di terapia di gruppo per parlare di emozioni e di sentimenti attraverso i libri scelti dal terapeuta per fare un viaggio attraverso la psiche.


Vanna Ugolini, laureata in Economia, giornalista professionista, è vice-caposervizio alla redazione di Terni de «Il Messaggero», è madre di tre figli. Si è occupata di cronaca nera e giudiziaria seguendo i casi più importanti avvenuti prima in Romagna e poi in Umbria. Ha partecipato come docente a master post-universitari sulla comunicazione per l’Università degli Studi di Perugia e come relatrice a numerosi convegni su temi legati allo sfruttamento della prostituzione e violenza contro le donne. Nel 2011, insieme al Siulp, (sindacato di polizia) ha prodotto un documentario verità sullo spaccio di droga a Perugia dal titolo Zbun. Cliente. Ha pubblicato diversi libri tra cui Tania e le altre. Storia di una schiava bambina (Stampa Alternativa, 2007), con cui ha vinto il Premio Le Ragazze di Benin City (2008) e Nel nome della cocaina (Intermedia Edizioni, 2011). È presidente dell’associazione Libertas Margot, composta da professionisti che si occupano di violenza di genere.
...Arriviamo a un punto e decidiamo se usare la ragione o la forza. Se vogliamo mantenere ad ogni costo il potere su una persona fino ad arrivare a toglierle la vita o se vogliamo amare, liberamente, accettare che questo possa finire e possa far male....

Un viaggio nell’anima di uomini che hanno ucciso le donne. Un libro che è un percorso emotivo ed evocativo ma anche uno strumento per capire cosa succede in una relazione violenta, scritto a quattro mani dalla psicologa psicoterapeuta Lucia Magionami e dalla giornalista Vanna Ugolini. Il punto di partenza sono le interviste fatte a tre uomini che hanno ucciso le donne con cui avevano condiviso un progetto di vita. Dalle interviste a Luca, Giacomo e Luigi risulta chiaro che siamo di fronte a uomini normali, non certo dei mostri. Persone comuni eppure assassini. Sono stati disposti a ripercorrere con la memoria i passi compiuti verso gesti irrimediabili, a raccontare la propria storia. Il libro è una ricerca profonda che risponde alla necessità di capire, per poi comunicare, cosa spinge un uomo ad uccidere l'amore della propria vita, cosa succede in quei minuti in cui si decide – o non si decide, semplicemente si fa – di svoltare e diventare assassini. Tanto le parole dell'intervistatrice sono tese a cercare di capire cosa accade nella mente di una persona normale che arriva ad uccidere la propria compagna, tanto diventa forte la loro resistenza e il loro tentativo di giustificazione. Non è colpa mia, dicono i tre all'unisono, usando parole diverse ma che vanno a convergere nello stesso punto. La nostra ipotesi è che siano incapaci, anche dopo anni di carcere, di riconoscersi fino in fondo colpevoli e responsabili. E che il carcere, lungi dall'essere un luogo di recupero, non diventa nemmeno un luogo di espiazione della pena. E dal libro emerge anche quello che le autrici Magionami e Ugolini lo affermano chiaramente: non ci raptus né scatti d’ira: il percorso verso il femminicidio è più lungo, lastricato di silenzi, di prigioni culturali, di diversi modi di intendere la vita, dell’incapacità di dare un nome ai sentimenti, alle situazioni e, quindi, di riconoscerle. “Arriviamo a un punto e decidiamo se usare la ragione o la forza – scrivono le autrici – Se vogliamo mantenere a ogni costo il potere su una persona fino ad arrivare a toglierle la vita o se vogliamo amare, liberamente, accettare che questo possa finire e possa far male”. Gli sono mille altri modi diversi dalla violenza per chiudere una relazione. La violenza è una scelta. Una scelta da non fare.
Morlacchi Editore