sabato 16 settembre 2017

Lina Sanniti


Lina Sanniti, di Frattamaggiore (Napoli), è docente di
Lingua Inglese nella scuola media. Ha ricevuto vari riconoscimenti
tra cui il primo premio del concorso internazionale
di poesia ‘Avellino in versi’ (2015). Con Michael Palma
ha curato la traduzione in inglese della silloge di Salvatore
Violante “Enchanted Anguish” (Gradiva Publications –
New York, 2017). Con Madre di parole è alla sua prima
pubblicazione.






La mia città ancora si arrende al mistero
del ‘corpo a corpo’ di due fugaci amanti
lei, la gloriosa, l’incompresa, la profanata,
si fa passione per un attimo che resta eterno.



Dirsi poeta non è operazione semplice e farsi poeta è parte di un laboratorio esistenziale permanente e solitario per lo più.
Vuol dire saper guardare le cose e il mondo da un punto di vista diverso e divergente, sottratto alle logiche del mercato e del tornaconto tra gli umani. Scegliere la poesia è di per sé voler far parte di un esercito di perdenti e di invisibili. Esercito di coraggiosi, malgrado tutto.
Vuol dire cercare di continuo le parole di scarto, per scansare i luoghi comuni e le ovvietà banali. Significa scavare dentro se stessi in un perenne monologo interiore, in un dialogo tra le parti che ci compongono e ci fanno persona.
Ogni atto poetico nasce da un autentico lavorio interno, da un gioco drammatico di filtri intellettuali e sonori, dove il ritmo delle parole si concilia o si oppone al loro significato.
In questa prima silloge di Lina Sanniti è evidente, pur trattandosi della prima pubblicazione, una maturità e una sensibilità nella scrittura non certo acerba. L’autrice tocca inizialmente la sua capacità di fermarsi a osservare una realtà metropolitana, che l’accoglie e la respinge con amara dolcezza....

              (dall' introduzione di Floriana Coppola)


deComporre Edizioni

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