Nasce
e vive a Roma, si dedica da moltissimi anni alla poesia. Nel 1999 è
stata insignita dell’onorificenza di Cavaliere della Repubblica. Ha
ottenuto lusinghieri riconoscimenti nell’ambito culturale in
quanto vincitrice di primi premi di numerosi concorsi letterari e
collabora con alcuni giornali di cultura. Fa parte di salotti
letterari, partecipa a simposi, giurie di premi di poesia ed è
intervenuta in trasmissioni radiofoniche e televisive. Ha promosso
letture di poesie nei licei e scambi culturali con poeti nazionali
ed internazionali. Svolge la sua attività artistica tra Roma e
Nettuno. Molte sue poesie sono raccolte in antologie di carattere
nazionale e sono state tradotte in spagnolo.
Il
libro “L’Albero della Vita” è l’opera prima che raccoglie
una sintesi qualitativa del suo percorso poetico pubblicata dalla
Casa Editrice “Terre Sommerse” nel 2009.
Da
circa 3 anni si dedica allo studio dell’arpa
Una
“poesia”, come penna intinta a fondo nel cuore, con la quale
discende ai suoi “inferi” dentro ricordi , alla ricerca di se
stessa, con una tormentata forza di chiarezza e volontà per non
soccombere alla realtà
che accetta con coscienza
La
sua poesia è caratterizzata da intimismo e desiderio d'innocenza e
da vene di romanticismo.
La
poesia di Maria Vittoria Catapano è intrecciata di trasparenze,
leggerezze (ricorre la metafora della piuma), dissolvenze ed estrema
offerta di sé: è intessuta di quel biancore di cui solo le anime
pure sono capaci. E’ una lirica anche intrisa di dolore, di
tormento - talvolta di baudelairiana stanchezza di vivere - che ruota
tutta intorno alle metafore dell’albero e delle radici, sofferte
radici, invisibili, sotterranee, indispensabili, e dell’acqua. Si
tratta in realtà d’un unico tema unificatore. Come l’albero,
Maria Vittoria è in perenne ascesa verso il cielo, con la
consapevolezza che la continua evoluzione è caratterizzata dal ciclo
eterno di morte e rigenerazione: costante è, infatti, il tema della
rinascita (sempre rinascerò, morta rinascerò, rinascerò a nuova
vita, rigenerata da nuova linfa). L’albero mette in comunicazione i
tre livelli del cosmo: il sotterraneo, attraverso le radici che
scrutano le profondità in cui affondano - luogo dove la Poetessa
ritrova la dea-madre e l’amica poetessa perdute -; la superficie
della terra, attraverso il tronco e i primi rami; le altezze
attraverso i rami superiori e la cima attirati dalla luce del cielo.
L’albero unisce tutti gli elementi, l’acqua, la terra, l’aria,
il fuoco. Maria Vittoria con la sua poesia è come l’albero,
centrale alla vita, asse del mondo, cuore della luce, legame d’ogni
cosa, punto fermo che non vacilla. La sua poesia di mare (ricorrente
immagine con le similari di fiume, fonte, sorgente, onda ecc), è
fatta d’azzurro liquido amniotico salvifico: seduta sulla luna, la
poetessa, rabdomante di luce, si nutre d’acqua, è portatrice
d’acqua, di vita, e, rigenerata - mutata donna - indica a noi tutti
naufraghi la via di una poesia che è musica nelle assonanze e nelle
rime, di una poesia che accomuna cose e persone in uno slancio di
empatia ed eterno amore nell’immenso, nell’altrove e nell’oltre
(si leggano le intensissime liriche dedicate alla poetessa Maria
Grazia Turchetti). All’unisono del mondo
Fausta
Genziana Le Piane
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